Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

NEWS

Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 31 gennaio 2013

IL PENSIERO LARGO - Raffaele Morelli



Dentro di noi esistono due modi di pensare, un pensiero “largo” e uno “chiuso”. Cosa intendo per pensiero “chiuso”? Tutte le volte che ci succede qualcosa e ci mettiamo a pensare e a ripensare a quanto ci è accaduto, quando cerchiamo un perché per ogni episodio, quando vogliamo individuare la causa che ha determinato la nostra sofferenza…, quando tutta la mente è concentrata sull’evento che mi ha ferito… quando si vuole spiegarne i passaggi, allora siamo in una situazione di pensiero “chiuso”. Quando ragioniamo sulle ferite dell’anima. Dopo un abbandono, una sconfitta, un tradimento, ci chiudiamo nella prigione dei pensieri. Così non possiamo farcela.
Io mi sono imposto questa regola: tutte le volte che soffro non devo ragionarci su e mai, assolutamente mai, cercare soluzioni.
Qualunque cosa accada, io non penso mai a che cosa l’ha causata, ma sposto lo sguardo altrove. Faccio come i bambini, che sono maestri dell’anima: mi distraggo, mi affido al pensiero “largo”.
Fantasie, immagini, sogni a occhi aperti sono la mia cura e rappresentano il pensiero “largo”, quello che non ha i confini dei pensieri e che è il perno della terapia dei disagi dell’anima. Il pensiero “largo” è l’abbandonarsi alle immagini, ai sogni e alle fantasie che si accendono dentro di noi.
Con un pensiero “largo” siamo in grado di dare un senso nuovo e più ampio alla vita, di sviluppare appieno la nostra natura e realizzarci con fluidità, senza inutili deviazioni.

Raffaele Morelli, L’unica cosa che conta, Milano 2010, p. 71, 79.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...