Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

NEWS

Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 16 giugno 2012

LA SCUOLA DELL'ECCELLENZA NON LASCIA INDIETRO NESSUNO - Simonetta Salacone


Ogni docente competente sa che deve riuscire a far emergere e a valorizzare in ogni alunno il meglio delle proprie attitudini e capacità, a partire dal bagaglio di esperienze che ciascuno ha fatto e continua a fare all'esterno della scuola. Ed è qui che si gioca la differenza fra i diversi soggetti, che non deve essere né appiattita, né negata, ma che non deve alimentare le disuguaglianze dei destini futuri della vita lavorativa e dell'inclusione sociale. Ma è anche qui, purtroppo, che si gioca l'incapacità della scuola di vincere sulle condizioni sfavorevoli di partenza di molti alunni, così che la scuola stessa, anziché diventare un fattore di promozione per tutti, rischia di diventare strumento di ratifica delle disuguaglianze e dei destini, già tracciati, dei soggetti più sfavoriti.

Povertà economiche e culturali delle famiglie e delle realtà sociali da cui si proviene, limiti oggettivi del patrimonio linguistico e delle esperienze extrascolastiche, angustia di spazi fisici in cui si è costretti a vivere, tutti questi fattori, fortemente condizionanti del successo scolastico di ciascun alunno devono essere affrontati in modo molto precoce, perché non si consolidino e non divengano limiti irreversibili al libero sviluppo delle potenzialità di ciascuno.
L'eccellenza, nella scuola e nell'università si raggiunge lavorando insieme agli altri e i prodotti scolastici e della ricerca sono spesso prodotti collettivi, il cui valore aggiunto risiede proprio nell'essere il risultato dell'impegno diversificato di tanti. Il merito che la buona scuola deve saper promuovere è quello che ciascuno deve, consapevolmente, offrire per raggiungere uno scopo comune. Solo così il merito di alcuni può trascinare il gruppo e l'intera classe. La buona scuola è luogo in cui si apprende insieme, senza competere fra compagni.
La competizione vera, quella utile, va rivolta verso le difficoltà che si incontrano sulla strada della ricerca, verso i nodi «duri» del confronto con i problemi da risolvere o con gli aspetti della realtà che si devono affrontare e il successo consiste nella capacità di trovare insieme una soluzione, di arrivare a un prodotto di qualità, di scoprire strade non ancora percorse per rispondere a problemi seri della società. La competizione più apprezzabile è quella che ogni soggetto deve poi ingaggiare con se stesso, con le proprie pigrizie e con i propri presunti limiti. I migliori insegnanti sanno valorizzare l'apporto che ciascun alunno, a partire dalle proprie caratteristiche di intelligenza e di abilità, sa portare alla realizzazione di un compito comune e declinano in questa modalità collaborativa le eccellenze di ciascun alunno.
Con un sistema di premi e crediti, fra l'altro, è molto difficile valorizzare le eccellenze e le doti particolari di alcuni, poiché queste attengono a campi specifici di abilità e saperi e non si distendono, spesso, sull'intero arco della competenze scolasticamente accertabili (non sempre l'alunno geniale in musica è anche quello che se la cava in maniera ottimale in latino, o quello molto lento nelle risposte a domande chiuse è, magari, un genio nel pensiero «lento» della filosofia e quello che si distrae durante le spiegazioni di lingua o matematica e guarda il volo di una mosca, sta, forse, vagando sulla divergenza di pensiero che ne potrà fare un futuro cultore di scrittura letteraria o un appassionato ricercatore in entomologia!).
La buona scuola deve impastare pensiero ed emozioni, trasmissione dei saperi e costruzione di nuovi saperi ed essere capace di promuovere progetti individuali insieme a speranze collettive. Per questa scuola servono investimenti, professionalità arricchite, rinnovamento vero dei curricola (non solo tagli agli orari, ai laboratori, alle sperimentazioni), collegamento con la ricerca, per uscire dalla solitudine e dall'angustia delle difficoltà della sopravvivenza quotidiane.
Servono nuove indicazioni programmatiche, revisione dei contenuti disciplinari che si aprano a orizzonti europei e mondiali, formazione e aggiornamento costanti perché gli insegnanti sappiano rinnovare le proprie conoscenze disciplinari e didattiche.
Servono ascolto e sostegno sociale, ma anche attenzione e a valorizzazione dei risultati che spesso docenti, studenti, genitori che ancora collaborano con entusiasmo alla vita delle comunità educanti raggiungono, nonostante situazioni di partenza veramente insostenibili.
Questo è il «merito» di scuole, docenti e studenti, che vorremmo fosse riconosciuto, promosso, reso visibile e diffuso in ogni parte del nostro territorio nazionale.

Simonetta Salacone, da Il Manifesto on line del 7 giugno 2012
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...