Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 12 gennaio 2012

27. LE ROTAIE DELLA CESIRA – Francesco Callegari


Tanti anni fa, in paese lontano c’era un villaggio i cui abitanti si muovevano solo a piedi o, al massimo, a cavallo. I loro spostamenti erano limitati entro poche miglia e nessuno si era mai allontanato troppo da casa.
Un giorno, un giovanotto più intraprendente degli altri decise di mettersi in viaggio per visitare luoghi lontani e sconosciuti. Al suo ritorno, per sere e sere, l’esploratore incantò gli amici con storie straordinarie e descrizioni di cose incredibili. Ma ciò che più impressionò i suoi compaesani fu la notizia di un mezzo che consentiva di muoversi in tanti, velocemente e senza fare nessuna fatica: il treno.
Tutti gli abitanti, presi da entusiasmo, cominciarono a desiderare questo nuovo e meraviglioso mezzo di trasporto. Tanto fecero e tanto brigarono, che il sindaco si vide costretto a produrre formale richiesta di un treno alla Compagnia Ferroviaria.
E così un bel giorno, sopra un grande carro trainato da una marea di cavalli, arrivò nella piazza del paese una nera e lucida locomotiva. Venne scaricata tra le urla festanti dei paesani e, addobbata di ghirlande multicolori, per un giorno intero le si fece festa.
Ma, come una rondine non fa primavera, così una locomotiva non fa un treno.
Ed ecco, nei giorni seguenti, una dopo l’altra, sempre sopra il grande carro, arrivarono una, due, cinque, dieci carrozze! Ormai la piazza era completamente invasa.
Gli abitanti erano sì contenti, ma, sotto sotto, capivano che c’era qualcosa che non andava. I più furbi cominciarono a chiedersi sottovoce dove stava la fregatura.
La spiegazione venne, come al solito, dall’intrepido viaggiatore: per poter viaggiare in tanti, velocemente e senza fatica, il treno da solo non basta, servivano anche le rotaie su cui far correre il treno.
Ah, ecco. Adesso sì che avevano capito! Tutto si sarebbe risolto in un attimo: bastava posare i binari.
Ma, il padrone della segheria voleva far correre il treno verso le montagne; i bambini e i vecchi del paese lo volevano verso il mare; i giovanotti insistevano affinché la linea raggiungesse la balera (e si strizzavano l’occhio pensando alle belle ragazze). E tutti a urlare per far valere le proprie ragioni. Insomma, una confusione che neanche al mercato si vedeva!
Dopo giorni e giorni di questa tiritera, col rischio che il treno gli diventasse vecchio in casa, le mamme, che avevano meno interessi e più di sale in zucca, si riunirono attorno al tavolo della Cesira e tutte insieme cercarono di capire quale fosse la direzione giusta per una linea che potesse andare bene per la maggior parte, se non proprio per tutti.
Trovarono una soluzione semplice quanto geniale. La loro proposta fu accolta e portata subito al sindaco.
Grazie a loro, in quel paese, ora tutti possono andare in treno fino alla città più vicina e da lì possono raggiungere le montagne, il mare e, volendo, … anche la balera.


12 gennaio 2012
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