Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 7 gennaio 2009

SULL'ORGANIZZAZIONE - Francesco Callegari

“Non possiamo aspettarci di raccogliere i fiori che non abbiamo mai piantato”

V. Havel
L’allenamento
Il 28 dicembre scorso, la Regione Veneto ha approvato la costituzione del nuovo Istituto comprensivo di Camposampiero. L’avvio della nuova maxi struttura scolastica metterà a dura prova tutta la nostra organizzazione. Per giungere preparati a un appuntamento tanto importante è opportuno esercitarci fin d’ora su alcune regole e procedure che ci saranno indispensabili per non essere presi dallo sconforto, o peggio dal panico, nel momento in cui la nostra scuola conterà oltre centoventi docenti, più di venti collaboratori scolastici e oltre mille allievi. Un vero e proprio tsunami si abbatterà sulla nostra struttura organizzativa e noi dovremo essere pronti ad affrontarlo.
Per averle vissute in prima persona, conosco le problematiche che ineriscono la costituzione di un nuovo Istituto comprensivo: ciascuno di noi si sentirà, chi per un verso e chi per un altro, nell’occhio del ciclone e a ciascuno sarà chiesto di mantenere salda la propria rotta. A prescindere dalla dislocazione fisica della presidenza e della segreteria, i docenti di ogni nuovo Istituto comprensivo si sentono orfani, abbandonati dal padre-preside e dalla madre-segreteria. E’ inutile, e anche controproducente, nasconderselo: così è capitato nel 2000, nella scuola dov’ero prima, e lo stesso sta succedendo nei nuovi Istituti comprensivi di Padova.
E così capiterà anche a noi.
Il professionista riflessivo
Vivremo un momento di cambiamento e di crescita in quanto ci verrà chiesto di rimodellare il modello relazionale che fino a oggi ha sorretto le dinamiche e le aspettative dei docenti, soprattutto nel caso delle scuole medie, abituati ad avere un preside e una segreteria sempre a disposizione. Ma lo stesso è avvenuto anche per quelle scuole elementari che hanno perso la presenza costante della dirigenza e la comodità degli uffici.
Come tutti i grandi momenti di cambiamento e di crescita, questo sarà per il “Parini” uno dei passaggi più difficili da affrontare. Una lunga storia fatta di usanze e consuetudini dovrà gradualmente lasciare il posto all’abitudine a confrontarsi con responsabilità e decisioni che si è soliti delegare alla dirigenza e alla segreteria. E qui dovrà entrare in azione quella comunità professionale cui facevo cenno nella lettera precedente e che sarà composta da docenti che riflettono sull’organizzazione del loro lavoro e cercano insieme i modi per migliorarla.
Un nuovo modello per il benessere a scuola
In questa nuova struttura, ciascuna sede dovrà attivare modelli di autoregolamentazione organizzativa sulla base dei principi generali indicati dalla dirigenza e dagli organi collegiali, considerando del tutto accessoria e casuale la dislocazione degli uffici amministrativi e di presidenza presso la propria o presso altra sede (pensate che, in alcune realtà scolastiche, anche della nostra rete, gli uffici sono situati presso un centro servizi lontano da tutte le sede scolastiche). Anche nel caso in cui gli uffici dovessero rimanere presso la scuola media, le risorse umane della segreteria saranno rigorosamente allocate a favore di tutte le scuole dell’istituto senza alcuna distinzione o preferenza, mentre le risorse materiali saranno equamente destinate a ciascun plesso dove dovranno essere gestite con oculatezza e in piena responsabilità e autonomia.
Ma tutto questo non sarà facilmente accettato: le frasi che senza alcun dubbio sentiremo nei corridoi e nelle sale insegnanti a partire da settembre prossimo saranno del tipo:
“Non posso più entrare in segreteria quando ne ho bisogno e le impiegate non sono più disponibili come prima”. “Il preside non c’è mai e quelle poche volte che c’è riceve solo su appuntamento”. “La segreteria non ci sistema più il libro delle comunicazioni in sala insegnanti, chi lo deve fare?”. “Ma se ho bisogno di qualcosa a chi mi devo rivolgere? Qui non funziona più niente e sta andando tutto allo sfascio! Ma se non devono essere al nostro servizio, cosa ci stanno a fare il preside e la segreteria?”.
Queste sono le frasi che anch’io ho pronunciato nel 2000 come docente e che ho sentito ancora per anni da parte di quei colleghi (pochi, per fortuna!) che non avevano capito la direzione del cambiamento. O forse l’avevano capita, ma faceva loro comodo evitare di mettersi in gioco assumendosi quelle responsabilità personali che vengono ormai inevitabilmente richieste per vivere e lavorare nella scuola di oggi.
Il responsabile di plesso
La figura chiave nella nuova organizzazione sarà rappresentata dal responsabile di plesso. Sarà il responsabile di plesso infatti ad affrontare tutte le problematiche del quotidiano, ad accogliere e valutare in prima istanza le richieste dei docenti (tranne naturalmente quelle riservate e personali) e a dare una prima risposta in base alle procedure concordate con il dirigente scolastico. Il responsabile di plesso e i collaboratori del dirigente saranno le figure che si assumeranno in prima persona il compito di dare una prima risposta dal punto di vista organizzativo. Ma gli altri docenti e tutto il personale non potranno pensare di essere esonerati dalla responsabilità legata al far parte di una organizzazione così complessa. Solo lavorando tutti insieme sarà possibile fare la nostra scuola.
E sarà la nostra scuola … o non sarà.  
Francesco Callegari  
Dirigente Scolastico
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