Ma in linea più
generale è emersa un’altra idea – guida, e cioè che non si progetta
genericamente la formazione, ma l’ambiente formativo. La progettazione è
progettazione dell’ambiente formativo. Si è imposta, in tal senso, una visione
ecologica del fare scuola che ci ha permesso l’elaborazione del Metodo del
Curricolo Globale.
Per sgombrare il
campo da ogni preoccupazione diciamo subito che non si tratta di un metodo di
insegnamento, ma di una modalità per comporre nel miglior modo possibile tutti
i fattori che concorrono alla progettazione dell’offerta formativa. Il curricolo globale implica una prospettiva
secondo la quale è l’esperienza scolastica nella sua ampiezza, a cui è esposto
il bambino e il ragazzo, a favorire la crescita e l’apprendimento, ovvero
l’ambiente formativo costituito da relazioni tra soggetti e soggetti, ma anche
tra soggetti e oggetti e tra oggetti e oggetti.
Un sistema
complesso le cui parti hardware e software sono connesse e retroagiscono tra di
loro. La nozione di sistema complesso si
lega a questo punto a quella di organizzazione ricorsiva che dice
del fatto che i modi di progettare, lavorare in gruppo, comunicare, stare
insieme, di apprendere (nella formazione) dei docenti nei momenti di non – aula
incidono con una forza non riconosciuta sui modi di lavorare, di stare in
gruppo, di comunicare, di insegnare che caratterizzano il momento
dell’aula. E viceversa.
Marco Orsi,
A scuola senza zaino, Erickson,
Trento 2006