Non è quindi da
stupirsi se, in assenza di idee sia pur vaghe di cosa intendere per
valutazione, ci si sia appigliati all’idea di trasformare la figura del
dirigente scolastico in un valutatore autonomo e autocratico, un punto
singolare nel sistema scolastico, dotato di poteri incompatibili con un sistema
democratico dove tutto è regolato da pesi e contrappesi.
Era inevitabile che
una simile scelta suscitasse aspre reazioni. Ad esse è seguito un coacervo di
proposte riduttive […].
Per rendere più
accettabile il ruolo attribuito al preside si parla di trasformarlo in “leader
educativo” il che implicherebbe meno burocrazia e più attenzione alla vita
scolastica. Ma qui siamo fuori della realtà: mai la scuola è stata sommersa
come ora da un’invadente, soffocante burocrazia imposta dal ministero
attraverso un diluvio di circolari.
Tutti sanno che uno
dei problemi principali di questo paese è la presenza nei ministeri di un’alta
burocrazia che agisce in modo autonomo dalla politica. Forse in nessun
ministero come quello dell’istruzione questa autonomia ha raggiunto simili
livelli. Chi abbia frequentato anche per poco i corridoi di Viale Trastevere sa
che la formula circolante è «i ministri passano, noi restiamo e siamo
l’architrave del sistema». Del resto, lo si è visto in questi giorni: mentre la
legge non è stata ancora approvata, il ministero ne ha già predisposto le
procedure attuative.
Giorgio
Israel,
Blog
di Giorgio Israel, 20 giugno 2015