La gente incuriosita
cominciò a fermarsi e a commentare: «Cosa vogliono i ragazzi di quel prete?».
«Vogliono un ponte su quei poggi, chissà per fare cosa!». Di lì a poco uscì dal
Comune il sindaco: «Cos’è questo chiasso? Sembrate un branco di anatre rincorse
dalla volpe!», disse dall’alto della sua autorità. Agli occhi dei ragazzi il
sindaco appariva un omone grande e grosso. Loro gli andarono incontro: «Siamo
di Barbiana» cominciarono. «L’ho visto – interruppe lui – ma cos’è questo
chiasso?».
«Vogliamo il ponte
per Luciano, perché non è giusto che i ragazzi di Vicchio abbiano il pulmino,
la mensa, il riscaldamento, mentre Luciano per venire a scuola cammina per più
di un’ora solo nel bosco e non ha neppure un ponte per attraversare il fosso
del Fatino. Anche noi paghiamo le tasse come quelli di Vicchio». Di fronte al
sindaco il discorsetto preparato era saltato. A voce tutto era più difficile.
Inizialmente il
sindaco non capì. Quando poi afferrò la richiesta disse: «E per una passerella
tutto questo chiasso?». Fece chiamare il capo stradino e gli ordinò di andare a
vedere di cosa si trattasse e di accertarsi della fattibilità della passerella.
I barbianesi rimasero stupiti e delusi. Innanzitutto perché il sindaco
minimizzò, chiamò il loro ponte «passerella» e poi perché si aspettavano una
lotta molto più difficile, più lunga, con arresti, ordini di sgombro,
intervento dei carabinieri, invece il sindaco aveva subito risposto
positivamente.
Il giorno dopo piovve
e a Barbiana non si vide nessuno. Ma quando il tempo si rimise salirono su il
capo stradino e un muratore, per vedere di cosa si trattasse. I ragazzi
chiassosi e anche un po’ eccitati li accompagnarono fino al fosso. Loro
guardarono, misurarono e poi dissero: «Si può fare. Torneremo nei prossimi
giorni. Ma come si fa a portare il materiale fin quaggiù in questa buca? Con
l’ape non ci si arriva e a spalla non ce la facciamo perché il materiale è
troppo pesante». «Ci penso io – disse Giancarlo – veniamo io e il babbo con la
treggia, tirata dai nostri buoi e vi portiamo la roba fin dove volete».