L’Ape fece due
viaggi. Portò su due longarine di ferro lunghe 6 metri, su una era già saldato
il parapetto, poi tabelloni, cemento e rena. Con la treggia fu portato tutto
fino al fosso. Ci vollero 4 viaggi. La sera dopo, la passerella, come dicevano
loro, era già finita. Lunga, stretta, sicura. Luciano era raggiante. Per la
prima volta aveva una cosa tutta sua: allora se la dedicò, scrivendo con il
dito sul cemento fresco «a me».
Il ponte è stato recuperato
nell’agosto 2007 con un campo di lavoro e studio di due gruppi scout di Arezzo
e Salsomaggiore. Hanno lavorato tre giorni per liberarlo dai rovi, vitalbe e
boscaglia che lo avevano seppellito durante gli anni. Ora è tornato a parlare e
raccontare del pastorello che tutti i giorni lo attraversava per andare a
scuola. L’ultima sera, gli scout lo vollero vegliare: accesero le lanterne e
con i canti ruppero il silenzio che da anni dominava quel fosso isolato e buio.
Il gruppo scout di Salsomaggiore quella sera decise di cambiare nome: si
chiamerà clan «Il Ponte di Luciano».