Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 1 giugno 2016

IL PONTE DI LUCIANO 3/5 – Mario Lancisi


I ragazzi rimasero sorpresi dalla reazione di don Lorenzo, perché i barbianesi come tutti i montanari del mondo erano abituati ad arrangiarsi da soli; l’Istituzione pubblica, da sempre, era assente dalla loro vita e dai loro bisogni. Figuriamoci se il Comune sarebbe intervenuto per un ponticello per consentire a un montanarotto di attraversare un ruscello per venire a scuola.
Don Lorenzo colse invece quell’occasione per insegnare come si imposta una lotta sociale per una causa giusta. Da quel momento la scuola di Barbiana fu impegnata per alcuni mesi a studiare il diritto sindacale, furono chiamati sindacalisti per insegnare le tecniche delle manifestazioni, come si scriveva un cartello, come comportarsi per evitare di essere denunciati per una manifestazione non autorizzata, come comportarsi se i carabinieri avessero ordinato di non sostare di fronte al Comune.
Quando i ragazzi ritennero di essere pronti, un giovedì, coi loro cartelli arrotolati sotto il braccio, scesero a Vicchio a piedi. Era la prima loro esperienza di lotta sindacale e scendevano verso Vicchio carichi di timori di essere ricacciati sui loro monti senza risultati, ma anche con la determinatezza di non arrendersi di fronte a una battaglia giusta.
Don Lorenzo non scese con loro, dovevano vedersela da soli. Per questo scelsero il portavoce e si prepararono il discorso da fare al sindaco. Gli otto ragazzi passarono inosservati fino a quando di fronte al Comune aprirono i loro cartelli al grido ritmato: «Ponte…ponte…ponte».
Mario Lancisi, dal blog Altratoscana.info


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