Il mite è il contrario del prepotente: non urla, non impugna
coltelli, non ricorre al sostegno di bravi o mafiosi, non fa propaganda alla
televisione, non ostenta la mitezza quasi indossasse una maschera dietro cui
sta, in appostamento, il ghigno della sopraffazione.
Ma non è neppure remissivo, e tantomeno rassegnato o apatico
o inerte. Umiltà e mansuetudine sono la terra che consente al fiore della
mitezza di germogliare, non possiamo farne a meno come non si può fare a meno
della creta di cui è fatto l’uomo.
Ma non sono ancora il fiore.
Barbara Spinelli, Il soffio del mite,
p. 18-19.