Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

domenica 24 agosto 2014

LE PAROLE DEL FIGLIO (2) - Paulo Coelho


L'angelo sfiorò la spalla del vecchio e tutti e due furono proiettati in un futuro lontano. Comparve intorno a loro un luogo immenso, gremito di migliaia di persone, che parlavano una strana lingua.
Il vecchio pianse di gioia. “Sapevo che i versi di mio figlio poeta erano belli e immortali,” disse rivolto all'angelo, fra le lacrime. “Vorrei che mi dicessi quale delle sue poesie queste persone stanno recitando.”
L'angelo, allora, si avvicinò al vecchio con affetto: si sedettero entrambi su una delle panchine che si trovavano in quel luogo immenso. “I versi del tuo figliolo poeta sono stati molto popolari a Roma,” disse l'angelo. “Piacevano a tutti, e tutti si divertivano. Ma quando il regno di Tiberio ebbe fine, anche i suoi versi furono dimenticati. Queste parole sono quelle del tuo figliolo che è entrato nell'esercito.”
Il vecchio guardò l'angelo con sorpresa.
“Tuo figlio è andato militare in un luogo distante ed è divenuto centurione. Era anche un uomo giusto e buono. Un pomeriggio, uno dei suoi servi cadde ammalato e stava per morire. Tuo figlio, allora, avendo sentito parlare di un Maestro che guariva gli ammalati, camminò per giorni e giorni in cerca di quell’uomo. Strada facendo, scoprì che l'uomo di cui andava in cerca era il Figlio di Dio. Incontrò altre persone che erano state guarite da lui, apprese i suoi insegnamenti e, pur essendo un centurione romano, si convertì alla sua fede. Finché, una mattina, giunse al cospetto del Maestro. Gli raccontò del servo ammalato. E il Maestro si offrì di riaccompagnarlo fino a casa. Ma il centurione era un uomo di fede e, guardandolo nel profondo degli occhi, capì di trovarsi al cospetto del Figlio di Dio, quando tutti intorno a loro si alzarono. ”
“Queste sono le parole di tuo figlio,” disse l'angelo al vecchio. “Sono le parole che pronunciò davanti al Maestro in quel momento e che non furono mai più dimenticate: Signore, io non sono degno che entri nella mia casa, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà salvo.”

Paulo Coelho, L’alchimista, 1988, ed. it. Bompiani, Milano 1995, P. 173-174.

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