La maggioranza dei
genitori purtroppo accetta le cose come stanno perché cosi la scuola è stata
per loro come lo fu per i nonni: qualcosa di immutabile in cui il bambino, dopo
l’esperienza dell’autorità paterna, passa sotto quella del maestro, il quale
gli insegna che si troverà sempre sotto qualcuno che gli traccerà il suo destino.
Milioni di croci nei cimiteri di guerra di tutto il mondo ci dicono quale
destino hanno avuto uomini ai quali la scuola non aveva insegnato che in certi
casi si può, si deve dire di no.
E qui siamo al
nocciolo della questione, alla scuola così fatta per formare uomini-servi
invece che uomini liberi. Alla scuola congegnata non casualmente in modo che la
nostra libertà di educatori praticamente non esiste.
Mario Lodi, Il
paese sbagliato. Diario di un’esperienza didattica, Einaudi, Torino
1995, pp.18-21.