Lo zio Giovanni lavorava in fabbrica per
tutta la settimana, ma ogni sabato pomeriggio il tavolo della sua cucina si
trasformava in un laboratorio di meraviglie. Di fronte ai miei occhi stupiti di
bambino si stendeva a un tratto un tappeto di microscopici ingranaggi: viti,
perni e lancette; casse, ruote e dischi dentati; molle, spirali e bilancieri…
Le mani grandi e forti dello zio distribuivano
delicatamente i pezzi sul tavolo, mentre il suo occhio cercava i possibili difetti
grazie a una speciale lente simile a un piccolo monocolo. Con una pinzetta,
Giovanni prendeva il singolo pezzo, lo spazzolava e lo oliava, e alla fine lo fissava
con precisione fino a ricomporre il meccanismo originale.
Tanti erano gli amici che approfittavano
della sua bravura, e anche della sua generosità: lo zio Giovanni riparava per
piacere sveglie e orologi di ogni tipo ridando la vita a oggetti che altrimenti
sarebbero stati scartati.
E io, che assistevo incantato a questo
piccolo miracolo, sentivo che stava accadendo qualcosa di importante. Qualcosa
che mi è rimasto dentro e che ancora mi parla.
Il vocabolario Treccani propone tre
diversi significati per la voce Riparare:
1. Proteggere, difendere da una cosa
pericolosa o dannosa, opponendo a essa un ostacolo o impiegando altro accorgimento.
2.
Eliminare o alleviare un male, correggere o limitare un errore che si è
commesso, risarcendo, compensando, scusandosi, ecc.
3.
Rimettere in buono stato una cosa rotta, sciupata o logora.
Riparare è un verbo buono, che parla di attenzione
e di generosità.
E’ un verbo transitivo, dove l'azione non
riguarda solo il soggetto che la compie ma si riversa positivamente anche su altri,
siano essi persone oppure oggetti.
Riparare è un verbo generatore, è un
verbo della maturità, perché solo la consapevolezza adulta è in grado di dare
la vita e soprattutto sa proteggerla e custodirla, anche a costo della propria.
I tre significati riportati dal
vocabolario diventano così un’unica esperienza, dove il desiderio di
salvaguardare persone e cose, la spinta a non dissipare affetti e risorse, lo
slancio a creare vita e a mantenerla si esprimono secondo una modalità “ecologica”
di essere nel mondo.
Ci sono parole che più di altre si
adattano a descrivere un evento, e a spiegarlo.
Riparare è parola che abita la Pasqua. E ciascuno di noi ha un proprio modo di sentire e di sperimentare la domanda di riparazione che il formidabile vento della Pasqua porta con sé.
Riparare è parola che abita la Pasqua. E ciascuno di noi ha un proprio modo di sentire e di sperimentare la domanda di riparazione che il formidabile vento della Pasqua porta con sé.
E’ però nella brezza leggera e monotona dell’agire
quotidiano che sussurrano le più concrete e autentiche istanze di riparazione. Ed
è proprio lì, che prende corpo la grandezza di chi sa ascoltare queste
richieste ed è pronto anche a metterci del proprio pur di riparare il
meccanismo che stenta a funzionare.
Buona Pasqua di riparazione.
Francesco Callegari