La croce rimane
sempre al centro delle nostre prospettive. Ma noi vi giriamo al largo, troppo al
largo. È come quando, in viaggio, si sfiora una città passando dalla
tangenziale. Mentre l'automobile corre sulla strada, si dà ogni tanto
un'occhiata ai campanili che si ergono e alle torri che svettano. Ma poi tutto
finisce lì. Purtroppo la nostra vita cristiana non incrocia il Calvario. La
croce l'abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce
la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre
scelte. Le rivolgiamo inchini e incensazioni in chiesa, ma ci manteniamo agli
antipodi della sua logica. È un albero nobile che cresce su zolle recintate.
Nel centro storico delle nostre memorie religiose. All'interno della zona
archeologica dei nostri sentimenti. Ma troppo lontano dalle strade a scorrimento
veloce che battiamo ogni giorno. Dobbiamo ammetterlo con amarezza. Abbiamo scelto
la circonvallazione e non la mulattiera del Calvario. Abbiamo bisogno di
riconciliarci con la croce e di ritrovare, sulla carta stradale della nostra
esistenza paganeggiante, lo svincolo giusto che porta ai piedi del condannato.
Tonino Bello