Come distinguere un
buon maestro da un maestro cattivo, o da uno mediocre?
Ebbene, in pratica
non è poi troppo difficile smascherare un cattivo insegnante. Egli si tradisce
con la sua pigrizia o col suo disordine; l’ignoranza che insegna non sfugge a
un allievo attento, fosse pure ignorante egli stesso.
I parenti hanno il
dovere ben preciso di sorvegliare il magister
ai quali affidano i loro figlioli, cosa facile nel caso di un «precettore», e
possibile anche nel caso in cui l’alunno frequenti una scuola pubblica. Basterà
chiedere al figlio come vanno le cose nella sua classe, esaminare i suoi libri,
informarsi esattamente sulla lezione che deve imparare, leggere gli argomenti
del compito. E dopo due o tre scandagli di questo genere si potrà dare un
giudizio sul valore pedagogico dell’insegnante.
Genitori, genitori,
siate fermi e inesorabili contro i cattivi maestri e denunciate senza stancarvi
gli usi assurdi delle scuole, dai libri stranamente voluminosi, ai corsi
disordinati e sproporzionati, tirati in lungo al principio dell’anno,
abborracciati alla fine, e denunciate ancora la mancanza di controllo sulla
lezione imparata e sul compito eseguito.
Nessuno è obbligato a
fare il professore; se sceglie questa professione, la eserciti con diligenza o
se ne vada.
In ogni scuola
dovrebbe esserci un comitato di genitori, scelti fra i più colti e meglio
adatti per sorvegliare efficacemente l’insegnamento.
Marcel Prévost,
L’arte dell’imparare, Bari 1931, p. 57-58
passim