Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

venerdì 10 gennaio 2014

OGNI VITA E’ PARTE DI UN TUTTO – Tiziano Terzani


In India non ci si sente mai soli, mai completamente separati dal resto. E qui sta il suo fascino.
Alcuni millenni fa i suoi saggi, i rishi, «coloro che vedono», ebbero l'intuizione che la vita è una, e questa esperienza, rinnovata religiosamente di generazione in generazione, è il nocciolo del grande contributo dell'India all'incivilimento dell'uomo e allo sviluppo della sua coscienza. Ogni vita, la mia e quella di un albero, è parte di un tutto dalle mille forme che è la vita.
In India questo pensiero non ha più bisogno d'essere pensato. È ormai nel comune sentire della gente. È nell'aria che si respira. Il solo esserci induce una inconscia assonanza con quella ormai antica visione. Senza difficoltà si entra in sintonia con nuovi suoni, nuove dimensioni. In India si è diversi che altrove. Si provano altre emozioni. In India si pensano altri pensieri.
Forse perché in India il tempo non è sentito come una linea retta, ma circolare, passato, presente e futuro non hanno qui il valore che hanno da noi; qui il progresso non è il fine delle azioni umane, visto che tutto si ripete e che l'avanzare è considerato una pura illusione.
Forse perché qui la realtà percepita dai sensi non è generalmente presa per vera - non è la «Realtà Ultima» -, l'India infonde, anche in chi non crede in tutto questo, uno stato d'animo di distacco che rende il paese così particolare e la sua realtà, a volte proprio orribile, in fondo accettabile. Accettabile perché così è la vita: è tutto e il contrario di tutto, è stupenda e crudele. Perché la vita è anche la morte, e perché non c'è piacere senza dolore, non c'è felicità senza sofferenza.
In nessun altro posto al mondo la contrapposizione degli opposti - bellezza e mostruosità, ricchezza e povertà - è così drammatica, così sfacciata come in India. Ma è stata proprio questa visione dell'inevitabile dualità dell'esistenza che spinse i rishi a cercarne il significato recondito, che ancora oggi sembra agire come un catalizzatore spirituale in chi ci si avventura.
Basta metterci piede, in India, per provare questo mutamento.

Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra, p. 153-154
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