Una mattina, quasi
senza farci caso, seguii con lo sguardo una donna che, premurosa e diligente,
annaffiava e accomodava una bella corona di fiori arancioni al collo di una
piccola dea di pietra in riva al Gange, sotto la mia terrazza.
Arrivò una capra nera
e gliene portò via un boccone. Stava per farsene un altro, ma venne cacciata da
una mucca che in un sol colpo ingurgitò tutta la bellezza e le preghiere che la
donna stava ancora offrendo alla sua dea.
Nessuno si ribellò e
presto la donna, la capra e la vacca si allontanarono ognuna per la sua strada,
avendo ognuna fatto la sua parte nell'immensa commedia-illusione di miliardi e
miliardi di persone e animali, esseri visibili e invisibili che in quello
stesso momento in miliardi di diversi pianeti nell'eterno tempo dell'infinito
universo continuavano a girare nella ruota dell'essere.
Tiziano
Terzani,
Un altro giro di giostra, p. 202