Non è vero – neanche
in tempo di crisi – che è utile solo ciò che produce profitto. Esistono, nelle
democrazie mercantili, saperi ritenuti “inutili” che invece si rivelano di una
straordinaria utilità.
In questo brillante e
originale saggio, Nuccio Ordine attira la nostra attenzione sull’utilità
dell’inutile e sull’inutilità dell’utile. Attraverso le riflessioni di grandi
filosofi (Platone, Aristotele, Zhuang-zi, Pico della Mirandola, Montaigne,
Bruno, Campanella, Bacone, Kant, Tocqueville, Newman, Poincaré, Heidegger,
Bataille) e di grandi scrittori (Ovidio, Dante, Petrarca, Boccaccio, Alberti,
Ariosto, Moro, Shakespeare, Cervantes, Milton, Lessing, Leopardi, Hugo,
Gautier, Dickens, Herzen, Baudelaire, Stevenson, Kakuzo Okakura, García Lorca,
García Márquez, Ionesco, Calvino, Foster Wallace), Nuccio Ordine mostra come
l’ossessione del possesso e il culto dell’utilità finiscano per inaridire lo
spirito, mettendo in pericolo non solo le scuole e le università, l’arte e la
creatività, ma anche alcuni valori fondamentali come la dignitas hominis, l’amore e la verità.
Abraham Flexner – nel
suo affascinante saggio tradotto per la prima volta in italiano – ricorda che
pure le scienze ci insegnano l’utilità dell’inutile. Eliminando la gratuità e
l’inutile, uccidendo quei lussi ritenuti superflui, difficilmente l’homo sapiens potrà rendere più umana
l’umanità
Nuccio Ordine,
L’utilità dell’inutile, Bompiani,
Milano 2013, dal risvolto di copertina.