Un falco un giorno,
volando sulla campagna, vede un pesce venire alla superficie di uno stagno. Si
butta giù in picchiata, lo prende nel suo becco e vola via. Una banda di corvi,
che ha seguito la scena, si precipita su di lui e cerca di portargli via il suo
boccone. Sono in tanti, petulanti e rumorosi. A quei corvi se ne aggiungono
altri. Il falco cerca di alzarsi in aria, ma i corvi gli sono addosso, lo
attaccano, lo beccano, non gli danno tregua. Quando il falco si rende conto che
tutto questo gli succede perché lui resta attaccato alla preda, la lascia
andare.
I corvi si
precipitano dietro al pesce e il falco vola via, leggero. Niente, nessuno lo
disturba o lo distrae più. Finalmente può salire, salire sempre più in alto,
verso l'infinito. È libero. È in pace.
Tiziano
Terzani,
Un altro giro di giostra, p. 507