Diventiamo noi stessi il cambiamento che desideriamo vedere
Mahatma Gandhi
I Maya avevano predetto la fine del
mondo.
Più increduli che preoccupati, siamo
rimasti in attesa del fatidico giorno, ma il 21 dicembre è giunto senza grandi
sconvolgimenti. E così, ancora una
volta, il nostro sorriso, da tribù tecnologicamente avanzata, ha potuto esorcizzare
gli antichi fantasmi e le inconfessate paure consentendoci di guardare al
futuro con le aspettative di sempre.
Ma le profonde novità che in questi
giorni stanno scuotendo le cose del cielo e quelle della terra ci suggeriscono
che la profezia, in qualche modo, si sia avverata. Sembra quasi che il vecchio
mondo, con il suo modo razionale di vedere le cose, le relazioni stabilite, gli
ordinati rapporti di causa ed effetto, si stia sgretolando sotto la forza di un
cambiamento al quale stiamo assistendo, senza forse renderci pienamente conto della sua portata.
Al posto del mondo vecchio si stanno
aprendo cieli nuovi e si sta plasmando una terra nuova.
E’ comparso un Papa che prende il nome
del “poverello di Assisi”, parla di tenerezza e bacia i piedi ai carcerati. Un Papa che rinuncia con semplicità e
naturalezza ai simboli del potere è segno di frattura con il mondo passato e
apre a nuovi orizzonti dove il cielo assume i colori della terra o, meglio
ancora, dove la terra si riveste dei riflessi del cielo.
Timidi balbettii di cambiamento stanno
investendo anche le cose della terra, e segnali di mutamento stanno scuotendo
dal basso i consolidati meccanismi di potere. Dal punto di vista politico siamo
in presenza di tentativi, pur faticosi e contraddittori, per la costruzione di
uno scenario nuovo dove il potere si fa servizio e dove l’unico privilegio è
quello di essere donne e uomini in cammino.
Se Pasqua significa “passare oltre” e si
concretizza nell’inizio di una nuova libertà verso la terra promessa, è questo
il momento felice in cui la nostra via si apre a nuovi panorami e l’orizzonte si
fa più luminoso.
In tutto questo movimento, Gandhi ci
invita a dare il nostro contributo diventando noi stessi quel cambiamento che
desideriamo vedere nel mondo.
Me lo auguro, e lo auguro a tutti voi.
Francesco
Callegari
Pasqua 2013