A Utopia, si osservano santuari
splendidi. Sono però tutti un po’ oscuri, per consiglio dei sacerdoti, si dice,
perché pensano che troppa luce disperda i pensieri, mentre a una luce più
moderata e incerta gli animi si raccolgono e il sentimento religioso s’intensifica.
Ma poiché non tutte le persone
hanno la stessa fede, e tuttavia le forme di essa, per quanto varie e
molteplici, per diversa via s’incontrano tutte nello stesso e unico fine, cioè
nel culto dell’essere divino, per tal motivo nelle chiese nulla si vede o si
ode che non combaci manifestamente con tutto ciò che le fedi hanno in comune.
Pertanto, nessuna immagine di dèi si vede in chiesa, affinché ognuno abbia la
libertà di concepire Dio secondo il più alto sentimento religioso. E non si
formulano preghiere che non possa pronunciare chiunque senza offesa per la
propria setta.
Tommaso
Moro, L’Utopia, 1516,
Bari-Roma 1993, p. 126