Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 17 novembre 2012

UN PICCOLO PEZZO DI TERRA - Carl Gustav Jung (1875-1961)



La natura astratta del lavoro, in quest’era tecnologica, lascia insoddisfatto chi lo svolge. Ciascuno dovrebbe possedere il suo piccolo pezzo di terra, dove far tornare in vita i propri istinti. Il possesso della terra ha una grande importanza psicologica, che niente altro può sostituire. Continuiamo a dimenticarci che siamo dei Primati e del fatto che dobbiamo tenere conto di questi strati primitivi della nostra psiche. Il contadino è ancora in contatto con tali strati: quando coltiva la terra, il suo raggio d’azione è molto limitato, ma lo spazio in cui si muove gli appartiene. L’operaio invece è senza radici e il risultato del suo lavoro non è reale, ma astratto: un po’ di soldi.
In passato, l’artigiano traeva soddisfazione dal proprio lavoro perché ne vedeva i frutti tangibili e trovava il modo di esprimersi nel suo mestiere, ma ora non è più così. Innanzitutto, l’operaio è responsabile solo di un segmento del prodotto finito, in secondo luogo, il prodotto viene venduto, scompare, e chi l’ha fatto non ha più nulla a che vedere con esso. Poiché la ricompensa è inadeguata sul piano psicologico, l’operaio si ribella contro il suo datore di lavoro e contro il “capitalismo” in generale. Così l’operaio americano si considera un povero diavolo perché possiede una sola automobile mentre il suo padrone ne ha due o tre: questo è sintomatico dell’assurda ricerca di beni materiali.
Abbiamo tutti bisogno di nutrire la nostra anima, ma è impossibile trovare tale nutrimento in questi casermoni di città senza un filo di verde, senza un albero in fiore. Il rapporto con la natura è indispensabile. Io stesso sono un manovale della cultura, ma ricavo grande gioia dal coltivarmi le patate.
Io sottoscrivo caldamente l’idea che la vita umana dovrebbe ancorarsi alla terra, dove sono le sue radici.
Jung parla [1950], p. 264-265, 267
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