Venezia per touristes
Di ritorno al bengalow, dopo la lunga escursione, troviamo le vicinanze della nostra abitazione invase da un nuvolo di mercanti, venuti a presentarci le curiosità della capitale. La veranda, dove ciascun mercante ha messo in mostra le sue cianfrusaglie, ha l’aspetto di un vero bazar: scialli, stoffe, corna d’antilope, armi, cofanetti, ventagli, bronzi, statuette, tutto è sparpagliato in un disordine pittoresco e seducente. Nondimeno, resistendo a tutte le tentazioni, congediamo inesorabilmente tutti cotesti speculatori avidi, venuti per approfittare dell’inesperienza de’ touristes e frodarli impudentemente, vendendo loro quegli oggetti dieci e fin venti volte più cari di quanto costano nel bazar.
Il touriste che non conosca la lingua del
paese e le abitudini del bazar, e non può fare a meno di siffatti intermediari
poco scrupolosi, non ha che a diffalcare arditamente, secondo quel dato, sul
prezzo degli oggetti esibitigli. La sua offerta ecciterà dapprima delle risa
ironiche o delle sfuriate di esclamazioni; i mercanti, dopo aver accuratamente
imballati i loro preziosi articoli, ed essersi allontanati, ritorneranno poco
appresso, e cederanno al prezzo fissato le loro mercanzie, non senza essersi
tirata la barba e torte le mani in segno di disperazione, e senz’aver
protestato che soltanto la miseria li costringe ad accettare il contratto.
Luigi
Rousselet, L’Indostan
(1864-1868), in "Il giro del mondo. Giornale di viaggi, geografia e costumi" a cura di Edoardo Charton ed Emilio Treves, Nuova serie, vol. VII, F.lli Treves, Milano 1878, p. 158.