La luce sorda, uguale, che qui regna e che si esita a dire se mattutina
o serale – piuttosto mattutina, forse, per via d’un sospetto d’attesa -, una
luce come interna alle cose, simile a un filo di lana che saprebbe tessere
insieme ogni cosa: case, alberi, sentieri e cielo per una tappezzeria da
stendere sui muri di un’impossibile “sala della Pace suprema”. Una luce ad un
tempo interiore e distante che potrebbe confondersi con un’infinita pazienza.
P. Jaccottet,
La ciotola del pellegrino, Bellinzona
2007, p. 31-32.
