Io non sono riuscito
a diventare un meditatore, riesco a star seduto per mezz’ora, un’ora, a fare il
piano della giornata, a fare un po’ di silenzio intorno a me, ad acquietare la
mente. Ma non sono un meditatore.
Innanzitutto la
meditazione è una cosa inconscia. Non è che tu ti metti lì e dici «Ora medito!»
Perché, come diceva Coleman «Ho visto tante galline star sedute ore e ore sulle
uova, ma non ne ho vista una diventare illuminata».
Il problema non è
stare seduto lì, il problema è entrare, inconsciamente proprio, per spinta
interiore, in una dimensione in cui senti che le cose non sono come appaiono,
che c’è un altro livello. E questo è quello che ti consola, che ti tira su, a
cui ricorri, a cui puoi tornare.
E solo concentrandoti
e lasciando fuori tutto quello che è fuori... Tutto quello che è fuori lo lasci
fuori da te, fuori, fuori, fuori – i rumori, gli uccellini, le passioni, le
delusioni – fuori, fuori. E rimane questo nucleo vuoto, se vuoi, che sei tu . O
almeno, non il tu Folco, ma quel tu che è parte di questa cosa che non è
nemmeno l’umanità, è il cosmo. E quando incominci a vederle così, le cose
cambiano.
Tiziano Terzani, La
fine è il mio inizio, Longanesi, Milano 2006.