Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

martedì 3 giugno 2014

LA RABBIA SELETTIVA - Marshall B. Rosenberg


Una volta, mentre lavoravo con gli studenti di una scuola-riformatorio per ragazzi nel Wisconsin, ricevetti una lezione straordinaria. Per due giorni di fila fui colpito al naso in due modi insolitamente simili.
La prima volta ricevetti una forte gomitata al naso mentre intervenivo in una lotta tra due studenti. Mi infuriai così tanto che non potei trattenermi dal restituire il colpo. Per le strade di Detroit, dove sono cresciuto, ci voleva molto meno che una gomitata al naso per provocare la mia collera.
Il giorno seguente: situazione simile, stesso naso (e quindi maggior dolore fisico) ma nemmeno un po’ di rabbia!
Riflettendo accuratamente su quella esperienza, la sera stessa, mi resi conto di avere etichettato mentalmente il primo ragazzino come un “ragazzaccio viziato”. Questa immagine era già presente nella mia testa prima che mi colpisse al naso con il gomito e, quando lo fece, non si trattò semplicemente di un gomito che mi colpiva al naso. Si trattò, invece, di: «Quel ragazzaccio viziato non ha alcun diritto di fare questo!».
Sul secondo ragazzino avevo un giudizio diverso; lo vedevo come una “creaturina delicata”. Poiché tendevo a preoccuparmi di questo ragazzino, non sentii alcuna collera benché il mio naso dolesse e sanguinasse molto di più il secondo giorno.
Non avrei potuto ricevere una lezione più potente per rendermi conto che a provocare la mia rabbia non è ciò che fa l’altra persona, ma sono le immagini e le interpretazioni che ho nella mia testa.
Marshall B. Rosenberg, Le parole sono finestre, Reggio Emilia, 2003, p. 176.


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