Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 7 aprile 2014

PAROLE DI SCUOLA - Mariapia Veladiano


Eppure il potere della parola è molto particolare. Perché la parola è affidata alla libertà degli uomini e delle donne che la pronunciano, e che l’ascoltano. E’ un potere «debole» in quanto la parola può essere letta, abbandonata, ignorata. Forte perché la parola può trasformare la vita. E quante ne ha trasformate.
La parola abita le aule di scuola.
Ecco la scelta di mettere al centro le parole. Perché possono essere forti senza essere violente, possono trasformare il mondo, possono ricostituire la fiducia e la giustizia, e mettono in gioco la volontà, l’intelligenza delle donne e degli uomini.
La terra della vita buona è un bel giardino di parole coltivate. Ed è un compito, questo, che oggi è quasi completamente affidato alla scuola. Perché il mondo intorno alla scuola vive una realtà in cui le parole sono dissipate, rovesciate, ossessivamente associate al contrario del loro primo lineare significato, piegate al volere e soprattutto al potere.
E allora resta la scuola, quando le parole si son perse, la scuola ritrova la strada. Qualcuno ha detto tempo fa che la scuola è un potere forte. Vero, ma non nel senso inteso da chi parlava. Potere fortissimo, sì, di dare ai bambini e poi ai cittadini le parole per dirsi, capirsi, difendersi, capire il sopruso e poi lottare contro l’ingiustizia.
Mariapia Veladiano, Parole di scuola, Trento 2014, p. 15-18 passim


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