La malattia non è mai
un fatto oggettivo; è soprattutto un'esperienza personale e come tale è per ognuno
di noi diversa. Ogni malattia è il frutto della nostra vita, è la nostra malattia,
ed è assurdo non rendersene conto e pensare, come fa la scienza, che basta
prendere delle medicine perché quelle mettano obbiettivamente fine a tutti i
nostri mali.
Mi piaceva l'idea dei
rishi secondo i quali per tenersi in
salute bisogna soprattutto fare una vita giusta. Ma noi, siamo pronti a cambiare
la nostra vita che nella maggior parte dei casi giusta non è? Cambiare è una
delle cose più difficili da fare. Il cambiamento ci fa paura e nessuno vuole
davvero correggere il proprio modo di vivere. Per questo siamo più favorevoli
alla terapia oggettiva; per questo preferiamo curarci l'asma con l'aerosol,
l'allergia con gli antistaminici e il mal di testa con l'aspirina. Questo è
molto più facile, e molto più sbrigativo, che mettersi a capire che cosa
provoca in noi questi malanni. Se scoprissimo poi che sono dovuti all'abitare
in una casa che ci è poco congeniale, alla compagnia di gente insulsa, al
mangiare cose sbagliate e al fare un lavoro privo di significato, saremmo
disposti a cambiare?
Cambiare, come si fa?
Questo senso di impotenza aumenta la nostra predisposizione al mal-essere.
Tiziano Terzani, Un altro
giro di giostra, p. 452-453