Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 12 marzo 2014

CARO PAPA’, 2 – Giancarlo De Cataldo


Comunque, è bello ritrovarsi tra le tue braccia. E il mio è un sorriso vero, quanto a questo puoi stare tranquillo, ha ragione la mamma.
No, credo proprio che tu non te ne sia accorto, di questo sorriso: sei troppo preso dalla tua tristezza, e la tua tristezza è legata a me, alla mia presenza, al mio essere incancellabile dal tuo tempo e dal mio spazio. Conosco questa tristezza, ho imparato a leggerla sul volto della mamma quando percorro con le dita il suo profilo, quando appoggio la testa sul suo cuore e sento che il battito accelera e ci sono sospiri, e qualche volta (troppe volte, secondo te) lacrime. Con te accade più di rado: quando tu e la mamma parlate di me, si capisce che tu hai voglia di fuggire, di nasconderti. Mamma dice che sei un uomo forte e grosso, ma devi essere anche fragile, se il pensiero della tua bambina ti fa tanta paura e quando te ne lasci sorprendere vorresti essere da un’altra parte, in un’altra vita…
Giancarlo De Cataldo, Mi riguarda, Edizioni e/o, Roma, 1994


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