Comunque,
è bello ritrovarsi tra le tue braccia. E il mio è un sorriso vero, quanto a
questo puoi stare tranquillo, ha ragione la mamma.
No,
credo proprio che tu non te ne sia accorto, di questo sorriso: sei troppo preso
dalla tua tristezza, e la tua tristezza è legata a me, alla mia presenza, al
mio essere incancellabile dal tuo tempo e dal mio spazio. Conosco questa tristezza,
ho imparato a leggerla sul volto della mamma quando percorro con le dita il suo
profilo, quando appoggio la testa sul suo cuore e sento che il battito accelera
e ci sono sospiri, e qualche volta (troppe volte, secondo te) lacrime. Con te
accade più di rado: quando tu e la mamma parlate di me, si capisce che tu hai
voglia di fuggire, di nasconderti. Mamma dice che sei un uomo forte e grosso,
ma devi essere anche fragile, se il pensiero della tua bambina ti fa tanta
paura e quando te ne lasci sorprendere vorresti essere da un’altra parte, in un’altra
vita…
Giancarlo De
Cataldo,
Mi riguarda, Edizioni e/o, Roma, 1994