Il re Saul, a un
certo punto della sua vita, era molto scoraggiato e afflitto. Dietro
suggerimento dei suoi consiglieri, decise di dare un banchetto per liberarsi da
questa inquietudine. Affinché in tale occasione non mancasse la musica, dispose
che i suoi taglialegna fossero mandati nelle foreste reali a tagliare delle querce
per farne un’arpa speciale. Mandò poi altri artigiani nei suoi laboratori per fabbricare
le corde per l’arpa.
Infine, giunse la sera
del banchetto.
Al culmine dei
festeggiamenti, la nuova arpa fu trasportata su di un carro fino al palco
centrale. Ma non appena il suonatore pizzicò la prima corda dell’arpa, successe
il disastro. Nessun suono scaturì dallo strumento. Furono chiamati gli esperti
della corte per spiegarne le ragioni, ma nessuno fu in grado di fornire una
spiegazione.
Né tanto meno
riuscirono a far suonare lo strumento.
Finalmente un esperto
suggerì che Davide, il ragazzo , fosse portato a palazzo per vedere se fosse in
grado di far luce sulla questione.
Quando Davide arrivò,
si sedette, e delicatamente accostò l’orecchio alle corde dell’arpa.
Attese per alcuni
minuti in quella posizione e poi cominciò a trarre dallo strumento una stupenda
musica.
Quando il re gli
chiese in seguito di spiegare che cosa fosse successo, il ragazzo rispose che
prima aveva dovuto ascoltare e lasciare che l’arpa raccontasse la sua storia.
Quest’ultima gli aveva raccontato di come avesse cominciato la sua vita di
piccola ghianda prima di diventare una quercia gigantesca nella foresta.
Gli aveva spiegato di
aver sopportato la durezza dell’inverno, di essere stata abbattuta e di come le
sue corde fossero state temprate nel calore bianco della fucina.
Solo quando era stata
ascoltata e aveva rivelato il dolore della sua nascita e vita, era stata in
grado di adempiere al suo destino e al suo potenziale.
Anthony De
Mello,
Brevetto di volo per aquile e polli,
p. 119-120