Senza l’avidità dell’avaro,
del potente che vede soltanto ricchezza, onori e gloria, ci si può inoltrare
con gioia e vivacità verso le “indicibile delizie” dello Sposo celeste.
Per Chiara, per la
nobile Chiara memore di un parentado superbo e tracotante, la rinuncia all’esercizio
del potere, all’affermazione sociale, all’amore e al possesso delle cose, è
sinonimo di libertà mentale, garantisce il godimento e il dominio della propria
coscienza interiore.
Chiara Frugoni,
Storia di Chiara e Francesco, p. 110