Un giorno, un samurai
chiese al pescatore di saldargli un debito. “Spiacente” disse il pescatore, “ma
ho avuto una pessima annata e mi duole doverle dire che non ho un soldo”.
Facile all’ira, il
samurai sguainò la spada e si preparò a uccidere sull’istante il pescatore.
Pronto di riflessi, il pescatore coraggiosamente disse: “Ho studiato arti
marziali, e il mio maestro mi ha insegnato che non bisogna mai colpire in preda
all’ira”.
Il samurai lo guardò
per un minuto, poi abbassò lentamente la spada.
“Il tuo maestro è
saggio” disse con calma. “Il mio maestro mi ha impartito la stessa lezione. A
volte l’ira prende il sopravvento su di me. Ti darò un altro anno per ripagare
il tuo debito, ma se mancherà un solo centesimo ti ucciderò senza fallo”.
Il samurai tornò a
casa, arrivandoci a tarda notte.
Scivolò dentro in
silenzio, per non svegliare sua moglie, ma fu colpito nel trovare nel suo letto
due persone: sua moglie e un estraneo in abito da samurai.
In un impeto di
gelosia e di rabbia, alzò la spada per colpirli ambedue, ma improvvisamente si
ricordò delle parole del pescatore: “Non colpire in preda all’ira”.
Il samurai si fermò
un istante, respirò profondamente e poi, deliberatamente, fece un forte rumore.
Di colpo la moglie si svegliò, e così fece anche l’ “estraneo”, che si scoprì
essere sua madre.
“Che significa tutto
questo?” urlò. “Stavo per uccidervi entrambe!”
“Avevo paura dei
briganti” spiegò la moglie.
“Così ho fatto
indossare a tua madre il tuo vestito da samurai per tenerli lontani”.
Passò un anno, e il
pescatore si presentò al samurai.
“Ho avuto un’ottima
annata” disse tutto giulivo, “e così questi sono i soldi che le devo, con tanto
di interessi”.
“Tieni pure i tuoi
soldi” replicò il samurai. “Mi hai già ripagato tanto tempo fa”.