Tu sei bella, amica
mia, come Tirza,
leggiadra come
Gerusalemme,
terribile come
schiere a vessilli spiegati.
Distogli da me i tuoi
occhi:
il loro sguardo mi
turba.
Le tue chiome sono
come un gregge di capre
che scendono dal
Gàlaad.
I tuoi denti come un
gregge di pecore
che risalgono dal
bagno.
Tutte procedono
appaiate
e nessuna è senza
compagna.
Come spicchio di
melagrana la tua gota,
attraverso il tuo
velo.
Sessanta sono le
regine,
ottanta le altre
spose,
le fanciulle senza
numero.
Ma unica è la mia
colomba la mia perfetta,
ella è l'unica di sua
madre,
la preferita della
sua genitrice.
L'hanno vista le
giovani e l'hanno detta beata,
le regine e le altre
spose ne hanno intessuto le lodi.
«Chi è costei che
sorge come l'aurora,
bella come la luna,
fulgida come il sole,
terribile come
schiere a vessilli spiegati?».
Cantico
dei Cantici 6: 4-10