La
scuola dell’armonia e della responsabilità non è una scuola leggera. Ma la
fatica e il sacrificio costituiscono un aspetto positivo se rispettano la
dignità, se – in altre parole – ciascuno ne intuisce il valore, il senso,
riferito alla propria crescita e all’autentica espressione di sé. Ripetere,
esercitarsi, allenarsi ha senso perché uno ne intravvede il miglioramento
personale e l’utilità sociale attraverso la possibilità di mettersi in gioco in
attività autentiche.
Abbiamo
bisogno di una scuola che sappia organizzare e proporre percorsi diversi, che
esca dalla logica della stessa attività per 20-27 alunni, fatta nello stesso
modo, aspettandosi le medesime risposte. L’armonia è armonia di note diverse,
ma anche di strumenti diversi: il percussionista esercita la mano, il braccio e
la spalla. Il violinista deve sviluppare la precisione delle dita. Il corista
lavorerà sulla voce. Il direttore d’orchestra dovrà esercitare l’orecchio e la
capacità di gestire un gruppo di diversi. Poi tutti insieme: ecco la sinfonia!
Marco Orsi,
Ti do una nota, “Difficoltà di
apprendimento”, (18/2, Trento, 2012), p. 171-172)