Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

giovedì 22 novembre 2012

LA DEBOLEZZA - Alexandre Jollien



Alexandre: La mia incapacità a raggiungere una piena autonomia mi manifesta quotidianamente la grandezza dell'uomo. Al cuore della mia debolezza posso così apprezzare il dono della presenza dell'altro e, a mia volta, cerco di offrire agli altri la mia umile e fragile presenza con i mezzi di cui dispongo. L'individuo debole non rappresenta necessariamente un peso per l'altro. Ognuno dispone liberamente della propria debolezza: è pienamente libero di usarne saggiamente.
Socrate: La debolezza, può diventare feconda, sorgente di amicizia. E quello che pensi?
Alexandre: In teoria. Ma metterlo in pratica resta difficile. Ancora una volta, è una lunga fatica. Assumere fino in fondo la propria debolezza rimane una lotta di ogni istante. Nulla è acquisito una volta per tutte. Spesso siamo soli in questa impresa e lo sguardo degli altri diventa un freno a questa accettazione.
Poco alla volta si acquisisce una libertà fragile, costantemente minacciata, ma pur sempre una libertà. Il nemico da combattere è la mancanza di fiducia in me stesso e l'incomprensione. Dovevo non solo accettare e assumere la mia anormalità: non sarò mai come tutti gli altri, non sarò mai normale! Dovevo anche trovare la forza, forza per comprendere l'incomprensibile, per perdonare l'imperdonabile e, se possibile, per farlo con gioia.
Alexandre Jollien, Elogio della debolezza, Edizioni Qiqajon, Magnano(BI) 2001, p. 100-101
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