Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

venerdì 23 novembre 2012

LO SGUARDO CAPOVOLTO - Raffaele Morelli



Escher, il grande artista olandese, ci ha lasciato un insegnamento straordinario. Tutta la sua originalissima produzione grafica rimanda a una grande metafora dell’esistenza, che si potrebbe sintetizzare così: a seconda di dove guardi, puoi diventare un uomo libero, oppure chiuderti in gabbia con le tue stesse mani.
Nelle sue opere infatti egli dà molta importanza al capovolgimento dello sguardo, allo sguardo che cambia continuamente direzione, che si affaccia su prospettive diverse e si accorge, diventandone consapevole, dell’esistenza di tanti possibili aspetti della vita che in genere non cogliamo. Le piante, capovolte, diventano pesci, gli uccelli diventano acqua e così via. Nei suoi disegni c’è qualcosa di magico, una relazione stretta fra il mondo vegetale, il mondo dell’acqua, il mondo animale, quello umano; a testimoniare che tutto è in tutto, che ogni forma vira in un’altra, che viviamo di un continuo processo di trasformazione, un’eterna alchimia dove tutto partecipa di un unico evento.
Come scrive Marco Aurelio: “Tutte le cose si intrecciano le une alle altre e il loro legame è sacro, e, in un certo senso, si può dire che nessuna sia estranea a un’altra: tutte sono coordinate e concorrono all’ordine di un medesimo cosmo.
Ma Escher va oltre e ci stimola, tra le righe, a notare come questi legami si possono cogliere solo se il nostro sguardo è libero, attento, pronto a stupirsi di tutto ciò che gli capita sotto tiro.
Raffaele Morelli, L’unica cosa che conta, Milano 2010, p. 23-24
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