Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 21 novembre 2012

DESCRIVIMI UN PO' GLI EDUCATORI - Alexandre Jollien



Socrate: Descrivimi un po’ gli educatori che ti hanno aiutato, quelli che hai apprezzato!
Alexandre: Ci volevano bene. Avevano fiducia in noi, nelle nostre possibilità. Senza pretese di padroneggiare tutto, coscienti che molti elementi sfuggivano loro, si mostravano modesti. Più pragmatici degli altri,  non riducevano la realtà a schemi vuoti, a futili teorie. Si comportavano come filosofi, lasciandosi guidare dalla realtà, cercando molto semplicemente di capirci, ma nel miglior modo possibile.
Socrate: Sii più concreto.
Alexandre: Matthieu, per esempio, un carpentiere riciclato come educatore, gestiva i problemi con semplicità. Da uomo pratico affrontava le difficoltà una alla volta. Matthieu aveva una visione originale dell’educazione. Accordandoci fiducia, ci invitava a scoprire le nostre illusioni, le nostre inclinazioni, le nostre debolezze. Come te, riteneva che ciascuno avesse in sé le soluzioni e che si trattasse semplicemente di portarle alla luce. Matthieu non sosteneva una teoria astratta, esteriore al soggetto: ridestava in noi un sapere, delle potenzialità intorpidite.
Socrate: Ecco una bella definizione dell’educatore.
Alexandre: Credo di sì... Una persona che aiuta a partorire, che interroga, che ridesta le capacità sepolte da ostacoli diversi.  Questo modo di procedere richiede una fiducia assoluta nell’uomo, ma anche umiltà, umiltà che permette di mantenere le distanze, di non giudicare l’altro, di prendere coscienza che l’altro resterà sempre un individuo irriducibile, che non può essere totalmente sottomesso, analizzato, capito.
Alexandre Jollien, Elogio della debolezza, Edizioni Qiqajon, Magnano(BI) 2001, p. 66-67

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