Vicino
al grande fiume sorgeva una città, governata da un Sovrano intelligente. Egli
aveva come consigliere un vecchio saggio che lo aiutava nelle decisioni,
suggerendogli le osservazioni più opportune per poter operare le scelte
migliori per il suo popolo. Questo saggio consigliere era molto, molto vecchio
e, quando si accorse che la sua fine non avrebbe tardato a lungo, si preoccupò
all’idea di lasciare solo il suo Re.
Allora,
in quest’ultimo tempo che l’esistenza gli concedeva, cercò qualcuno che potesse
sostituirlo in questo compito, sapendo bene che un grande uomo dove avere
vicino dei saggi consiglieri per poter essere veramente grande.
Cercò
fra quelli che lo avevano seguito e scelse tre giovani che si erano distinti,
nonostante la loro giovane età, per arguzia e saggezza, e disse loro: “Domani
vi sottoporrò ad una prova: chi la supererà o, meglio, chi la supererà nel modo
migliore, sarà colui che mi sostituirà, alla mia morte, al fianco del Re”. E
ancora aggiunse: “Avrete due giorni di tempo per superare questa prova,
mostrate ciò che sapete fare”.
Al
mattino seguente radunò i tre giovani mentre c’era un forte temporale e disse
loro: “Finito il temporale le acque del Grande Fiume diventeranno tumultuose e
voi dovrete attraversarle. Chi riuscirà meglio nell’intento, mi succederà come
consigliere”. Dopo poche ore cessò di piovere, le acque del Grande Fiume
divennero impetuose e i tre giovani si accinsero ad attraversarle.
Il primo
pensò a lungo; poi, dotato di un corpo forte e vigoroso, pensò di potervi
riuscire con le sue sole forze fisiche. Tentò e tentò ancora e, alla fine, dopo
lunghi tentativi, riuscì ad attraversare le acque, arrivando all’altra riva
lacero, contuso, ferito, ma felice di essere riuscito nella prova.
Il
secondo, dotato di un arguto intelletto, provvide a fornirsi di corde e tentò
di costruire qualcosa a cui ancorarsi nell’attraversamento; ma le acque erano
impetuose e portarono via la sua costruzione di corde, una volta, due volte,
finché anche lui, lacero e contuso, arrivò alla riva opposta.
Il
saggio guardava. Il terzo era lì fermo, seduto sulla riva senza far nulla. Il
saggio andò da lui e gli disse: “Neppure tenti?”. Ed egli rispose al saggio:
“Maestro, abbi pazienza, ci hai dato due giorni di tempo. Vedi, il temporale
non è stato poi così grande: ora il sole sta splendendo nel cielo, il vento
soffia leggero da ovest, il tempo resterà buono. Aspetta e vedrai”. Passò tutta
la notte e parte della mattina seguente. Le acque del Grande Fiume si
acquietarono completamente. Egli si spogliò, si tuffò e tranquillamente a nuoto
attraversò il Grande Fiume fino all’altra riva.
Sauro Tronconi, “I racconti del grande fiume”