Al centro di Fedora,
metropoli di pietra grigia, sta un palazzo di metallo con una sfera di vetro in
ogni stanza. Guardando dentro ogni sfera si vede una città azzurra che è il
modello d'un'altra Fedora. Sono le forme che la città avrebbe potuto prendere se
non fosse, per una ragione o per l'altra, diventata come oggi la vediamo. In
ogni epoca qualcuno, guardando Fedora qual era, aveva immaginato il modo di
farne la città ideale, ma mentre costruiva il suo modello in miniatura già
Fedora non era più la stessa di prima, e quello che fino a ieri era stato un
suo possibile futuro ormai era solo un giocattolo in una sfera di vetro.
Fedora ha adesso nel
palazzo delle sfere il suo museo: ogni abitante lo visita, sceglie la città che
corrisponde ai suoi desideri, la contempla immaginando di specchiarsi nella
peschiera delle meduse che doveva raccogliere le acque del canale (se non fosse
stato prosciugato), di percorrere dall'alto del baldacchino il viale riservato
agli elefanti (ora banditi dalla città), di scivolare lungo la spirale del
minareto a chiocciola (che non trovò più la base su cui sorgere).
Nella mappa del tuo
impero, o grande Kan, devono trovar posto sia la grande Fedora di pietra sia le
piccole Fedore nelle sfere di vetro. Non perché tutte ugualmente reali, ma
perché tutte solo presunte. L'una racchiude ciò che è accettato come necessario
mentre non lo è ancora; le altre ciò che è immaginato come possibile e un
minuto dopo non lo è più.
Italo Calvino, Le città invisibili, p. 39