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lunedì 19 marzo 2012

IL SISTEMA PERIODICO - Primo Levi



L’AUTORE
Nasce a Torino nel 1919 da genitori ebrei benestanti di tradizioni intellettuali. Si laurea in chimica nel 1941. Nel 1942 entra nel Partito d'Azione e compie una breve esperienza da partigiano: catturato nel dicembre del 1943, è deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, dove resta dal febbraio '44 al gennaio '45. Rientrato avventurosamente a Torino, trova lavoro come chimico in una fabbrica di vernici e inizia a scrivere. Esordisce nel 1947 con Se questo è un uomo. Nel 1975 pubblica Il sistema periodico. Muore nel 1987. 


LA TRAMA
I ventuno testi de Il sistema periodico sono intitolati ciascuno a un elemento chimico: Idrogeno, Zinco, Potassio, Nichel e così via, fino a comporre una sintesi della tavola periodica degli elementi. Di volta in volta, l’elemento che dà il titolo alla storia ne è anche il materiale protagonista, o per meglio dire il catalizzatore della sua energia morale e narrativa.

DAL LIBRO
Non avevamo dubbi: saremmo stati chimici, ma le nostre aspettazioni e speranze erano diverse. Enrico chiedeva alla chimica, ragionevolmente, gli strumenti per il guadagno e per una vita sicura. Io chiedevo tutt'altro: per me la chimica rappresentava una nuvola indefinita di potenze future, che avvolgeva il mio avvenire in nere volute lacerate da bagliori di fuoco, simile a quella che occultava il monte Sinai. Come Mosè, da quella nuvola attendevo la mia legge, l'ordine in me, attorno a me e nel mondo. Ero sazio di libri, che pure continuavo a ingoiare con una voracità indiscreta; e cercavo un'altra chiave per i sommi veri: una chiave ci doveva pur essere, ed ero sicuro che, per una qualche mostruosa congiura ai danni miei e del mondo, non l'avrei avuta dalla scuola. A scuola mi somministravano tonnellate di nozioni che digerivo con diligenza, ma che non mi riscaldavano le vene. Guardavo gonfiare le gemme in primavera, luccicare la mica nel granito, le mie stesse mani, e dicevo dentro di me: "Capirò anche questo, capirò tutto, ma non come loro vogliono. Troverò una scorciatoia, mi farò un grimaldello, forzerò le porte". Era snervante, nauseante, ascoltare discorsi sul problema dell'essere e del conoscere, quando tutto intorno a noi era un mistero che premeva per svelarsi: il legno vetusto dei banchi, la sfera del sole di là dai vetri e dai tetti, il volo vano dei pappi nell'aria di giugno. Ecco: tutti i filosofi e tutti gli eserciti del mondo sarebbero stati capaci di costruire questo moscerino?
Primo Levi, Il sistema periodico, p. 23-24

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