Fiori e frutti in settembre (2011)
Certo che fa male, quando le gemme si rompono.
Perché dovrebbero altrimenti esitare a primavera?
Perché tutta la nostra bruciante nostalgia
Dovrebbe rimanere avvinta nel pallore gelato e amaro?
L'involucro fu la gemma, tutto l'inverno.
Cosa c'è di nuovo che consuma e dirompe?
Certo che fa male, quando le gemme si rompono,
male a ciò che cresce
e a ciò che racchiude.
Certo che è difficile quando le gocce cadono.
Tremando d'inquietudine, pesanti, stanno sospese,
si aggrappano al ramoscello, si gonfiano, scivolano -
il peso le trascina giù, anche se si aggrappano.
Difficile essere incerti, timorosi e divisi,
difficile sentire il profondo, che attrae e chiama,
eppure rimanere ancora e tremare soltanto -
difficile voler stare
e voler cadere.
Allora, quando infine più niente aiuta
si rompono come esultando le gemme dell'albero,
allora, quando non le trattiene più alcun timore,
cadono scintillando le gocce del ramoscello,
dimenticano che furono impaurite dal nuovo,
dimenticano che furono in apprensione per il viaggio -
conoscono per un secondo la più grande serenità,
riposano in quella fiducia
che crea il mondo.
Karin Maria Boye, in Per l'albero (1935)
Scrittrice e poetessa svedese (Göteborg il 26 ottobre 1900 – 24 aprile 1941)
Scrittrice e poetessa svedese (Göteborg il 26 ottobre 1900 – 24 aprile 1941)