Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

lunedì 16 maggio 2016

EDUCAZIONE CHE ARRICCHISCE LA VITA – Marshall B. Rosenberg (1934-2015)


Parlavo con un ragazzino di nove anni. Aveva appena finito una pagina di addizioni e mi accorsi che sommando nove e sei aveva ottenuto quattordici. Così gli dissi: “Sono confuso su come hai ottenuto questo risultato. A me ne viene uno diverso. Vorrei che mi mostrassi come hai ottenuto quattordici”.
Quello che avevo detto era vero. Ero confuso su come aveva potuto ottenere quattordici. Forse aveva inventato un nuovo tipo di matematica, che magari mi sarebbe piaciuta di più di quella che conoscevo. Comunque, ero confuso su come aveva ottenuto il suo risultato, e glielo dissi.
Il ragazzino cominciò a piangere.
Io chiesi: “Ehi, cosa c’è?”
Lui rispose: “Ho sbagliato”.
Agli in insegnanti bastò vedere questo. Il ragazzino aveva già imparato, in terza elementare, che a scuola quello che conta è soltanto il modo in cui sei valutato dagli altri. Aveva sentito la parola “sbagliato” senza che io nemmeno la pronunciassi. Non solo aveva sentito la parola “sbagliato”, ma la sua reazione comunicava che si vergognava di avere “sbagliato”. Probabilmente, associava la parola “sbagliare ad altri giudizi dolorosi, come “essere stupidi” e a conseguenze forti, come l’essere escluso da un gruppo.
Vediamo che, in questo modo, gli studenti imparano presto che la parte più importante della formazione non è sviluppare capacità per arriche la vita, ma conseguire giudizi positivi ed evitare giudizi negativi.

Marshall B. Rosenberg, Educazione che arricchisce la vita, Edizioni Esserci, Reggio Emilia 2005, p. 36-37

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