Inizia da domani in questo blog la presentazione del libro “I ragazzi felici di Summerhill”, (Red Edizioni, Novara, 1990, 2004) dove si racconta l’esperienza della scuola non repressiva più famosa al mondo. La scuola di Summerhill fu fondata negli anni Venti del Novecento in Inghilterra da Alexander Neill allo scopo dichiarato di educare i ragazzi alla felicità. A Summerhill vigeva, e vige tuttora, il principio pedagogico della libertà, principio che si svolge all’interno di un orizzonte educativo dove la paura non trova né tempo né spazio.
Nella Prefazione del libro, Erich Fromm sottolinea come il lavoro di Neill fosse sostenuto da alcune precise convinzioni:
1. Neill nutre una sicura fiducia nella bontà di fondo di ogni fanciullo.
2. Lo scopo dell’educatore, come lo scopo della vita, è quello di lavorare con gioia e di trovare la felicità. La felicità, secondo Neill, significa provare interesse per la vita non solo con il cervello, ma con l’intera personalità. Nella società moderna riscontriamo una sempre maggiore distanza tra intelletto e sentimento. Le esperienze dell’uomo odierno sono in gran parte mediate dal pensiero (si veda il precedente post “I pensieri del Papalagi”) e non riflettono una percezione di ciò che il cuore sente, l’occhio vede, l’orecchio ascolta.
3. L’educazione deve adattarsi alle capacità e alle necessità psicologiche del fanciullo, che non è altruista. L’amore, per lui, non è il sentimento maturo dell’adulto. E’ un errore attendersi dai bambini un comportamento che potrebbero dimostrare solo in maniera ipocrita.
4. La disciplina imposta dogmaticamente e le punizioni provocano paura; dalla paura nasce l’ostilità.
5. Libertà non significa licenza.
6. L’insegnante deve essere assolutamente sincero con gli allievi.
7. Il bambino dovrà imparare a contare su se stesso e non cercare la propria sicurezza nell’attaccamento agli adulti.
8. Non bisogna far nascere nel bambino sentimenti di colpa. I sensi di colpa fanno nascere la paura, e con essa nascono l’ostilità e l'ipocrisia.
Erich Fromm descrive Alexander Neill come una persona coraggiosa, una persona che mostra un rispetto incondizionato per la vita e la libertà, e manifesta una disapprovazione totale per l’uso della forza.
E’ chiaro che Summerhill propone una esperienza molto particolare e difficilmente ripetibile. Sta di fatto, però, che alcuni suggerimenti di Alexander Neill possono essere meditati e, per quanto possibile, fatti nostri. L’esito non potrà che essere quello di una scuola dove il rispetto per ciascuno si concretizza in un maggior benessere per tutti.
Francesco Callegari