“Adesso sono lieve,
adesso io volo,
adesso vedo al di sotto di me,
adesso è un dio a danzare
se io danzo"
adesso vedo al di sotto di me,
adesso è un dio a danzare
se io danzo"
F. Nietzsche,
Così parlò Zarathustra
Il nostro destino di
viaggiatori conosce il peso del bagaglio che sempre ci accompagna. Brandelli di
rimpianti o rimorsi per ciò che è stato, o non è stato. Panni stesi ad
asciugare lungo il filo della vita e più ritirati. E il filo è diventato tanto
pesante e lasco da sfiorare la terra e imbrattare pure l'orlo delle vesti di
oggi. Come chi se l'appende all'orecchio o se la lega al dito trascinando code che
intralciano e rallentano il cammino di chi le porta e di chi le incrocia. Il
passato è corpo di sale, ne sa qualcosa la moglie di Lot, statua ormai bloccata
dal peso di ciò che non ha potuto, o voluto, lasciare andare.
Dio è amore perché
non ha memoria. È il dio che danza. E del movimento andato rimane solo scia che
si perde nell'aria, e il gesto che verrà è già presenza. È fluire senza
frenare, andare libero e giocoso, è incontrare con occhi sempre nuovi,
spalancati di fame e meraviglia.
Il presente è il passo di oggi, passo di
danza, passo di fatica in passo di speranza.
Buon Natale, buona Danza.
Francesco Callegari
Natale 2016