Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

NEWS

Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

sabato 15 novembre 2014

PAROLE (1) – Mariapia Veladiano


Di parole si può morire. Non solo di maleparole che strangolano insieme l'anima e il cuore. E tante sono le parole del giudizio: da qui non vien niente di buono, ma come si fa? neanche le bestie. Al quadrato ignoranti, di uomini e di animali.
Ci sono anche le parole in eccesso. Affogare di altrui dilagare. Di chi non sa la potenza del proprio parlare e non sa il suo svanire in questo fiume che va, senza ombra di solennità. E tutto è uguale a tutto il resto, sconti, morti, calure e sventure.
Altre parole volteggiano come poiane sui tavolieri, alte e indifferenti, un partir da lontano, insidia che pare indolente e non si sta sull'attenti, poi calano, uncinate, e non c'è trincea all'esser afferrati.
Poi ci sono le parole al contrario. Specchiate bugie. Limpide imposture in cui si crede per arrivare al giorno dopo, e poi a quello dopo, e poi ancora e ancora.
Che la libertà è un consegnarsi all'ombra del potente, in cambio di niente, un'occhiuta sicurezza, più crudele di un'imboscata.
Che la bellezza è la mascherata di un'eterna deforme giovinezza, vita sacrificata a sognare un tempo che non ritorna.
Che la vita è questo normale affanno di coincidenza stavolta presa, di incrociarsi senza incontrarsi, di vita già finita.
«Sulla bocca degli stolti è il loro cuore,
i saggi invece hanno la bocca nel cuore»
(Sir 21,26).
Mariapia Veladiano, Ma come tu resisti, vita, p. 121-122.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...