Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 9 aprile 2014

ELOGIO DELL’EMPATIA (2) – Mariapia Veladiano

Certo che è difficile. Da soli non si può vivere l’empatia senza rischi, perché non siamo professionisti delle emozioni, non siamo psicologi.  Si può viverla condividendo quel che succede, creando una comunità di riflessione fra i professionisti dell’educazione: insegnanti, assistenti educatori, psicologi degli sportelli di ascolto. Piccole comunità di riflessione che accolgono le emozioni.
Quando un problema emerge in modo grave, la tentazione oggi è delegare la gestione delle emozioni dei ragazzi agli specialisti. C’è un «caso», e si chiama lo psicologo; ce ne sono due, e si chiama l’équipe, dove c’è ancora. E va certo bene così dove c’è l’eccezione e si intuisce che serve lo specialista.
E’ che oggi le eccezioni arrivano in stormo nelle classi e allora si deve cercare un’altra strada, la condivisione del problema. Mettere in gioco la nostra comune umanità, che ci muove a sentire quel che i ragazzi sentono e bisogna riuscire a non essere sopraffatti, a non uscire dal ruolo, a ricordare che si è a scuola per insegnare e non per assistere. 
E questo è spesso difficile farlo da soli.
Mariapia Veladiano, Parole di scuola, Trento 2014, p. 59-60


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