Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 22 gennaio 2014

IL VOLO DELLE OCHE SELVATICHE – Anthony De Mello


Un giorno, mi trovavo sulle coste irlandesi e vidi arrivare uno stormo di oche selvatiche di ritorno dall’Islanda. Mentre le stavo osservando, mi si avvicinò un uomo che mi raccontò di come si svolge il loro viaggio.
Mi spiegò che lo stormo poteva giungere a destinazione solo se i suoi componenti si fossero aiutati a vicenda.
Mi disse che le oche volano sempre in una caratteristica formazione a V, e che se ogni uccello mantiene la corretta posizione, l’aria crea un sostegno di cui gode tutto lo stormo.
E se un elemento esce dalla fila, gli altri sentono subito aggravarsi il peso e la fatica del volo.
Mi disse inoltre che davanti a tutti si mette l’uccello più forte e questo detiene il comando per tutto il tempo che gli è possibile, spostandosi poi nella posizione più arretrata, quando non riesce più a mantenere un’adeguata velocità. Ma dal fondo continua a lanciare un grido di incitamento, per incoraggiare quelli davanti a tenere una velocità elevata.
Quando poi un uccello comincia a indebolirsi, si distacca dal gruppo, affinché gli altri non abbiano a soffrire per causa sua, ma a quel punto altri due uccelli stanno dietro, assieme a lui per offrirgli protezione e speranza. E quando il compagno debole ha ripreso le forze, i tre proseguono insieme e cercano di riunirsi alla formazione.
Tutti i componenti sanno che il forte starà vicino al debole nei momenti difficili come in quelli tranquilli, nei momenti di debolezza come in quelli di vigore.

Anthony De Mello, Brevetto di volo per aquile e polli, p. 181-182
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