Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

martedì 26 novembre 2013

QUESTA E' L'ACQUA - David Foster Wallace (1962-2008)


«Ci sono due pesci che nuotano e a un certo punto incontrano un pesce anziano che va nella direzione opposta, fa un cenno di saluto e dice: "Salve, ragazzi. Com'è l'acqua?"
I due pesci giovani nuotano un altro po', poi uno guarda l'altro e fa "Che cavolo è l'acqua?"».

Immaginate David Foster Wallace che sale sul pulpito del Kenyon College, di fronte alle centinaia di occhi ansiosi dei laureandi dell' A. A. 2005 e dei loro orgogliosi genitori e fa un respiro profondo. Si congratula sbrigativamente con gli studenti per l'eccellente risultato che stanno per conseguire e poi attacca con l'aneddoto dei pesci e con un'altra storiella, di un ateo e di un credente che discutono di Dio «nel cuore selvaggio dell' Alaska».
Immaginate lo sbigottimento di un tronfio laureando in letteratura del Kenyon College che ascolta David Foster Wallace e, poco alla volta, si rende conto che egli non sta citando neanche uno dei Grandi Maestri - niente Faulkner, Melville o Chaucer -, e racconta invece di pesci e di eschimesi, e sceglie di ambientare il nucleo del suo monologo nel luogo più anti-letterario (un supermercato affollato) nel tempo più anti-letterario (la fine di una stressante giornata lavorativa qualunque) possibile, e da lì lancia ammonimenti sinistri, come «il fatto è che voi laureandi non avete ancora ben chiaro cosa significhi realmente "giorno dopo giorno"».
«Il segreto consiste nel dare un ruolo di primo piano alla verità nella consapevolezza quotidiana» dice Foster Wallace.
«Il genere di libertà davvero importante richiede attenzione, consapevolezza, disciplina, impegno e la capacità di tenere davvero agli altri e di sacrificarsi costantemente per loro».
Dice: «Questa è l'acqua, questa è l'acqua», è fatta di carrelli della spesa con le ruote sbilenche, di cibi integrali, di cancri devastanti, di persone che ci intralciano e di altre che amiamo alla follia; «questa è l'acqua», imparate a conoscerla, imparate a guardarla, a sperimentarla senza automatismi.
A null'altro vi servirà la cultura se non a questo.

Paolo Giordano, “Corriere della Sera”, 30 agosto 2009
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