Io non sono di quelli
che dicono che le loro azioni non gli assomigliano, dato che esse costituiscono
la sola misura dell’esser mio, il solo mezzo di cui dispongo per affidare me
stesso alla memoria degli uomini, e persino alla mia; dato che forse l’impossibilità
di continuare a esprimersi e a modificarsi con nuove azioni costituisce la sola
differenza tra l’esser morti e l’esser vivi.
Pure, tra me e queste
azioni si apre uno jato indefinibile, e la prova ne è che sento senza posa il
bisogno di soppesarle, di spiegarmele, di rendermene conto.