Foto Intestazione di Alberto Gianfranco Baccelli

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Non insegnate ai bambini, ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all'amore, il resto è niente - Giorgio Gaber

mercoledì 8 maggio 2013

LA BENEVOLENZA - Friedrich Nietzsche (1844-1900)



Fra le cose piccole, ma infinitamente frequenti e perciò stesso molto efficaci, alle quali la scienza dovrebbe prestare attenzione più che alle cose grandi e rare, è da annoverare anche la benevolenza; voglio dire quelle manifestazioni di sentimenti gentili nei rapporti con gli altri, quel sorriso negli occhi, quelle strette di mano, quella gradevolezza di cui quasi ogni atto umano è di solito rivestito.
Ogni insegnante, ogni funzionario aggiunge questo ingrediente a ciò che per lui è dovere; è una continua attivazione di umanità, sono per così dire le onde della sua luce, nelle quali tutto si sviluppa; soprattutto nella cerchia più ristretta, in seno alla famiglia, la vita prospera e fiorisce solo grazie a quella benevolenza.
L’indulgenza, la benignità, la gentilezza del cuore sono effluvi inesauribili dell’istinto altruistico e hanno contribuito alla formazione della civiltà molto più potentemente di quelle molto più celebrate manifestazioni di esso che si chiamano compassione, misericordia e abnegazione. Ma si usa tenerle in poco conto, e in realtà in esse non c’è molto di altruistico.
La somma di queste piccole dosi è tuttavia imponente, la loro forza complessiva è una delle forze più grandi. Allo stesso modo, nel mondo si trova molta più felicità di quanta non ne vedano gli occhi offuscati: se cioè si valuta bene e non si dimenticano tutti i momenti piacevoli di cui è ricco ogni giorno, anche per la vita più tribolata.
Friedrich Nietzsche (1844-1900), Umano troppo umano, I, 49.
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